Cos’è un impianto Eolico Offshore

Impianto eolico offshore, come funziona

Cos’è un Impianto Eolico Offshore

L’energia eolica offshore rappresenta una delle soluzioni più promettenti per la transizione energetica globale. Questi impianti sfruttano la forza del vento in mare aperto per generare elettricità pulita e rinnovabile. In questo articolo, esploreremo come funzionano, quali sono i principali attori del mercato, quali impianti esistono in Italia e in Europa, e quali sono i costi e la produzione energetica associati.

Un impianto eolico offshore è costituito da turbine eoliche installate in mare, generalmente su fondali bassi. Queste turbine catturano l’energia cinetica del vento per convertirla in energia elettrica. Esistono due principali tipologie di impianti:

  1. Fissi: installati su fondali con profondità fino a 50 metri.
  2. Galleggianti: posizionati su piattaforme ancorate al fondale marino, adatti per fondali più profondi.

L’energia prodotta dalle turbine viene trasportata a terra tramite cavidotti sottomarini, che corrono sul fondale marino fino a un landing point sulla costa. Qui l’elettricità viene trasformata e immessa nella rete elettrica nazionale.

Uno studio del National Renewable Energy Laboratory (NREL) evidenzia che la distribuzione spaziale dei parchi eolici offshore e la distanza dai punti di connessione alla rete elettrica influenzano le perdite di trasmissione e la congestione della rete, richiedendo una pianificazione e ottimizzazione accurata delle infrastrutture di trasmissione.[8].

Per mitigare le fluttuazioni nella produzione e migliorare la stabilità della rete, alcuni progetti stanno integrando sistemi di accumulo di energia a batteria (BESS) offshore. Questi sistemi immagazzinano l’energia prodotta in eccesso e la rilasciano quando necessario, ottimizzando la trasmissione verso il punto di approdo.

Principali Player del Mercato Eolico Offshore

A livello globale, alcuni dei principali attori nel settore eolico offshore includono:

Orsted: azienda danese leader nel settore, con una capacità installata di 10 GW e 8 GW in costruzione.

Equinor: Colosso norvegese dell’energia che ha recentemente investito 939 milioni di dollari proprio in Orsted per mantenere una partecipazione del 10%  a fronte di un’aumento di capitale di quasi 8 miliardi. [1]

Iberdrola: multinazionale spagnola che ha annunciato, nel 2024, l’intenzione di triplicare i suoi investimenti nell’eolico offshore, destinando oltre il 50% dei suoi 15,5 miliardi di euro pianificati per le energie rinnovabili a progetti offshore. [2]

Impianti Eolici Offshore in Italia e in Europa

Italia

In Italia, l’eolico offshore è ancora in fase di sviluppo. Il primo parco eolico offshore del paese è il Beleolico, situato al largo di Taranto, con una capacità di produzione annuale di oltre 58.000 MWh . Attualmente, sono in fase di approvazione circa 87 progetti, ma manca un piano nazionale per la pianificazione dello spazio marittimo.[3, 4]

Europa

L’Europa oggi è il cuore pulsante dell’energia eolica offshore. Alla fine del 2024, nel continente erano installati circa 37 gigawatt di capacità, pari a quasi la metà di quella mondiale. Gran parte di questa potenza si concentra nel Mare del Nord.
Con quasi 16 gigawatt già operativi, il Regno Unito guida la classifica mondiale e ospita alcuni degli impianti più importanti come il complesso di Hornsea, con i suoi  2,6 gigawatt di capacità installata, alimenta milioni di abitazioni.

Anche i Paesi Bassi, sebbene con produzione più modesta, nel 2023 hanno inaugurato Hollandse Kust Zuid, un impianto da 1,5 gigawatt costruito con 139 turbine di ultima generazione, che oggi è uno dei parchi offshore più grandi al mondo.

Costi e Produzione Energetica

Costo di Produzione
Il Levelized Cost of Energy (LCOE) per l’eolico offshore è diminuito significativamente negli ultimi anni. Nel 2023, il costo medio era di circa 0,075 dollari/kWh, con una riduzione del 63% rispetto al 2010 . Tuttavia, in Italia, il costo previsto per l’energia prodotta da impianti offshore è di circa 185 € per MWh, un valore superiore rispetto ad altri paesi.[5]

Produzione Energetica
Un impianto eolico offshore di medie dimensioni può avere una capacità di circa 100 MW. A pieno regime, questo impianto potrebbe generare circa 300.000 MWh all’anno, sufficienti per alimentare circa 100.000 abitazioni.

Cosa si può alimentare con l’offshore

L’energia prodotta da un impianto eolico offshore non è solo un numero astratto: una singola turbina moderna da 12 MW, con venti costanti e un fattore di capacità del 45%, può generare circa 47.000 MWh in un anno. Per capire la portata di questa cifra, basta tradurla in esempi concreti.

Questa quantità di energia potrebbe coprire il fabbisogno di circa 13.500 famiglie europee per un anno [6], fornendo elettricità a tutte le utenze domestiche: luci, elettrodomestici, riscaldamento elettrico e ricarica dei veicoli elettrici. Ma non si tratta solo di case: con la stessa energia si potrebbero alimentare cinque ospedali di medie dimensioni o decine di scuole per un anno intero, garantendo servizi essenziali senza interruzioni.

Anche il settore industriale beneficia enormemente: piccoli e medi stabilimenti, con consumi annui tra 2 e 5 GWh, potrebbero essere alimentati da una sola turbina, con un potenziale di 9–24 impianti industriali coperti per un anno.

In sintesi, una turbina offshore è come una piccola centrale elettrica autonoma, capace di fornire energia a centinaia di edifici o complessi industriali contemporaneamente, rendendo l’eolico offshore una delle soluzioni più potenti e concrete per la transizione energetica europea.

Offshore galleggiante

Sfide e Opportunità – L’Offshore galleggiante

L’Italia possiede un potenziale significativo nell’ambito dell’eolico offshore galleggiante, una tecnologia emergente che offre nuove opportunità per la produzione di energia rinnovabile. Secondo uno studio del Politecnico di Torino, il potenziale teorico di questa tecnologia nel nostro paese è stimato in 207,3 GW, una cifra che supera di oltre tre volte la potenza rinnovabile totale installata al 2022.

A differenza delle tradizionali turbine eoliche installate su fondali marini bassi, le turbine galleggianti sono ancorate a strutture flottanti che permettono loro di operare in acque più profonde, dove i venti sono più costanti e potenti. Questa tecnologia consente di installare impianti a distanze maggiori dalla costa, riducendo l’impatto visivo e potenziale conflitto con altre attività marine.

L’Italia si posiziona come il terzo mercato mondiale per potenziale di sviluppo dell’eolico offshore galleggiante. Le regioni più promettenti per l’installazione di questi impianti includono la Sicilia, la Sardegna e la Puglia, grazie alle loro caratteristiche geografiche e climatiche favorevoli. Attualmente, le richieste di connessione per impianti eolici offshore ammontano a circa 100 GW, secondo dati forniti da Terna. [7]

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